Il Giuramento di Sibelius

Il sacro discorso di Sibelius tratto dal libro “La medicina Cosmo-genetica o Energo-Medicina” del dott. Veret.

Prendi coscienza che ogni malato è un’unità esistenziale che si esprime con il suo corpo.

Egli ha in lui quella scintilla dell’Ultimo (Unico) che non domanda che di manifestarsi.

Fai astrazione del tuo Egocentrismo personale per apportare al tuo malato tutta la tua conoscenza e curalo rispettando la sua identità e la sua appartenenza.

Sposta la tua coscienza, mettendoti al più alto livello del suo IO.

Accedi alla Conoscenza e sii lo strumento in relazione con il Tutto.

Ascolta queste leggi Universali nella loro realtà operativa ed oggettiva, che si esprimono attraverso una patologia. Ascolta questo punto unitario di generazione dei mondi nello spazio tessuto dall’etere, ove la madre cosmica genera i mondi in una demoltiplicazione delle sei energie che reggono la manifestazione.

Ascolta nell’uomo, la cui missione è di prendere coscienza della manifestazione nella dualità della sua espressione, spirito-materia che si esprime attraverso il corpo, in funzione della sua identità e della sua appartenenza in relazione con il Tutto.

Interroga, esamina, palpa, percuoti, ausculta, fai le investigazioni necessarie con l’occhio del saggio che sa guardare, ascoltare e sa risentire nel rispetto dell’identità dell’altro.

Cura i malati con il sapere e la conoscenza che ti sono stati insegnati dai tuoi padri mettendoti in sintonia con le leggi Universali affinché esse possano esprimersi attraverso il tuo prisma collegato.

Rispetta i malati e portali alla guarigione per mezzo della via della Coscienza che permetterà loro di ritrovare la libertà della loro espressione.

L’uomo porta in sé la realtà della sua esistenza. A lui scoprirla se vuole prendere coscienza della realtà esistenziale del suo essere e del gioco al quale partecipa nella Creazione.

Il medico cosciente ha accesso alle leggi Universali che gli permettono di curare senza interferire sull’identità profonda e genetica del suo malato”.