Buona Pasqua
Tanti auguri a tutti noi
Antonio Sisana
Le stagioni della vita iniziano con l’atto più grande, la nascita. Ogni bambino che viene al mondo è Gesù bambino, in ogni quotidiano nascere si materializza e rievoca la notte di Betlemme. La vita terrena si apre ad una nuova Anima che in sé ha tutte le potenzialità dell’Eterno, ma non ancora in essere. Per questo per ogni essere umano la primavera è periodo d’apprendimento.
Dobbiamo imparare a vivere, ed i nostri genitori sono le braccia ed il seno che ci sostengono e nutrono, c’insegnano a mangiare, muoverci, camminare, parlare e ci conducono per mano sino a quando sappiamo spiccare il nostro volo.
Dobbiamo imparare a vivere nella società, e qui s’inseriscono le scuole, dalla materna all’Università, luoghi ove ogni arte ci dovrebbe venire incontro per darci strumenti idonei e profondi per divenire artefici del nostro destino.
Dobbiamo imparare a collocarci all’interno di un percorso che abbia come meta degli ideali veri, profondi, che rispecchino il sentire nel cuore. Abbiamo molte guide e insegnanti, espressione di culture e percorsi spirituali, miti da conoscere e seguire, ma soprattutto necessitiamo di veri maestri capaci di cogliere le nostre attitudini, di risvegliare le nostre potenzialità permettendoci di camminare con le nostre gambe. Nessuno può e deve sostituirsi a noi.
In questo vivere la primavera della vita vi sono molte interferenze, spesso violenze che la società, la cultura, la religione, il sistema che sta fuori da noi cercano di realizzare. Quel essere vuoto e capace di farsi riempire da chi incontra, diviene forma da modellare e crescere secondo aspettative spesso egoistiche in termini di razza, cultura, pensiero, interessi economici.
La primavera della vita deve saper istruire, dare quel nutrimento a corpo, mente e spirito che fa crescere divenendo pronti a quella maturazione adulta che permette di prendersi la piena responsabilità della vita. È il periodo più delicato ove la forza vitale è al massimo della sua espressione, vuole procedere, crescere, riempire le forme e quindi soffia sulla passione, sulla voglia di vivere, sulla voglia di andare veloci. La primavera è quel vento forte che spira da est, che ci nutre, che ci spinge, che ci fa sentire vivi, che ha fretta, a volte troppa fretta.
In questi giorni invito a riflettere per capire se ci stiamo assumendo le nostre responsabilità. Come adulti dobbiamo sapere che sta a noi forgiare e condurre chi il sentiero ci pone vicino nella propria primavera. Farlo, però implica grande impegno e immensa responsabilità. Non tanto per quello che facciamo, ma per quello che non dovremmo fare. Accompagnare gli altri nella loro crescita significa coglierne le potenzialità e non soffocarle, ispirare ideali veri e profondi, ma timidamente e senza violenza. Occorre aver saputo vivere davvero la nostra primavera e quindi ora, nella maturità, essere integri e coerenti, centrati ed aperti verso gli altri, con amore vero, con competenza. Altrimenti tanti danni possiamo fare.
A chi invece vive questo periodo nella propria vita invito ad aprirsi verso gli altri, a cercare sempre maestri veri, coerenti, ad avere l’umiltà di ascoltare chi ha più esperienza, sempre; ascoltare con il cuore e in lui avvertire cosa succede, cosa si muove, cosa parla. E con entusiasmo seguire le sue parole; le parole del nostro cuore, perché ogni essere, ogni cultura, ogni nazione ed il mondo intero hanno bisogno di un nuovo vento, una nuova generazione, più vicina a se stessi ed alla natura e meno agli interessi esteriori.
Questo testo è pubblicato sul Bollettino Parocchiale di Bormio della Primavera 2012.
In tempi difficili questo giorno diviene motivo di profonda riflessione interiore
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